Questo articolo pubblicato su
Repubblica salute, il 30 marzo 2006 descrive un interessante
biomonitoraggio svolto dal WWF:
" INQUINATI DENTRO "
Parlamentari italiani e non (di tutti i credo
politici), alcuni volti noti, un gruppo composto da tredici famiglie di
altrettanti paesi europei e 14 direttori di testate giornalistiche
nazionali (tra le quali "Salute").
Cosa hanno in comune tra di loro? Nel sangue, un cocktail di sostanze
chimiche artificiali ritenute dal Wwf dannose per la salute.
Naturalmente non sono gli unici a "convivere" con questo tipo di
inquinanti (pesticidi, ritardanti di fiamma, policlorobifenili e metalli
pesanti), ma sicuramente i soli ad essersi sottoposti al biomonitoraggio
effettuato dall'organizzazione ambientalista. Il Wwf, in collaborazione
con Aboca all'interno della campagna Detox/Svelenati, ha così valutato
l'esposizione umana ad alcuni contaminanti attraverso l'analisi di
campioni di sangue rappresentativi della popolazione in generale.
Gli ultimi dati a disposizione sono quelli emersi dai blood-test (test
del sangue) dei giornalisti italiani che l'associazione ha reso noti
proprio in questi giorni.
"L'obiettivo di questa campagna internazionale", spiega Eva Alessi,
consulente scientifico di Detox/Svelenati, "è quello di dimostrare che
esistono numerosi agenti tossici di origine chimica con i quali
giornalmente entriamo a contatto e che, a lungo andare, possono
provocare danni anche alla salute. Un esempio è quello del Ddt: vietato
da oltre trent'anni per la sua provata tossicità è risultato ancora
presente nel sangue analizzato. Ma non è l'unico. Non intendiamo creare
allarmismi immotivati", prosegue Alessi "ma chiediamo che il prossimo
ottobre l'Unione Europea approvi un regolamento efficace, ovvero il "Reach",
sul quale il Parlamento europeo e il Consiglio dibattono da oltre due
anni".
Nel dettaglio Reach (Registrazione, Valutazione ed Autorizzazione delle
sostanze chimiche) dovrebbe regolare circa 30mila diversi composti
esistenti tra le quali alcune sostanze pericolose (rintracciabili,
secondo il Wwf, in molti prodotti di uso comune come cosmetici, abiti,
detersivi, contenitori alimentari...) fornendo così maggiore tutela ai
consumatori e all'ambiente.
Si vogliono incentivare anche le ricerche.
Per quanto riguarda invece le analisi del sangue effettuate sul pool di
giornalisti italiani, tra i contaminanti ricercati ci sono anche sei
classi di sostanze ritenute pericolose poiché "interferenti endocrini",
cioè in grado di agire sui meccanismi della riproduzione della crescita
e nelle funzioni vitali regolate dagli ormoni.
Tra queste i pesticidi, i ritardanti di fiamma (contenuti in mobili,
tessuti, apparecchiature elettriche) i policlorobifenili e i metalli
pesanti (mercurio, piombo e cadmio).
Quest'ultimi presenti in natura, ma le cui quantità sono state alterate
dai processi industriali e dalle attività minerari.
E tutti riscontrati nel 100% dei soggetti. "Ovviamente le concentrazioni
rilevate da questi test sono minime", spiega il professor Silvano
Focardi del dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Siena,
"ma si tratta comunque di agenti che nel tempo, dopo molti anni di
permanenza nell'organismo, potrebbero creare problemi di tossicità, di
abbassamento delle difese immunitarie e di alterazioni della
riproduzione. Oggi s'indaga molto su quest'ultimo aspetto ed in
particolare sui danni alla fertilità".
Focardi, che ha collaborato con il Wwf alla realizzazione dello studio,
chiarisce che "così come accade per i farmaci, è opportuno sviluppare un
sistema di controllo più accurato delle proprietà e delle
caratteristiche delle sostanze chimiche contenute in prodotti di consumo
e di largo utilizzo, prima di immetterle nel mercato, come si sta
cercando di fare con il Reach".
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